Maurizio Cucchi
Come una nave
con un pensiero visivo
di Prisco De Vivo
pp. 16, 2008
Maurizio
Cucchi è un maestro del verso anche in
questa breve raccolta Come una nave, costituita
da sette poesie. Ludwig Mies van der Rohe diceva «il meno è più» («less is
more»). Ciò vale in architettura quanto in poesia e Cucchi sembra perseguire
questo valido insegnamento, poiché il suo linguaggio, così asciutto, naturale
ed esatto, è fortemente mobile, nervoso ed efficace: i suoi versi contengono
un’interna vibrazione che ne fa sentire tutta la forza fervida e plastica, nella prospettiva di una
visione sostanzialmente drammatica e non conciliante; è una poesia che non restringe mai il senso di
ricerca della parola e che non avanza ipotesi di risposta, ma che riprende più
volte, con energia e calore, a interrogare l’esistenza stessa, con tutti i suoi
momenti di grazia e di dolore, di desiderio e di sconforto, perché la poesia «ha parole pesanti / che in queste strane
pagine/ sembrano mobili e leggere».
Maurizio Cucchi è nato a Milano, dove vive, nel 1945. Consulente letterario,
giornalista pubblicista, traduttore (da Stendhal, Lamartine, Flaubert, Villiers
de-l’Isle-Adam, Prévert), ha pubblicato questi libri di poesia: Il disperso (Mondadori, 1976, nuova edizione
Guanda, 1994); Le meraviglie dell’acqua
(Mondadori, 1980); Glenn (San Marco
dei Giustiniani, 1982, Premio Viareggio); Il
figurante (scelta di versi, 1971-1985, Sansoni, 1985); Donna del gioco (Mondadori, 1987), Poesia della fonte (Mondadori, 1993, Premio Montale); l’ultimo viaggio di Glenn (Mondadori
1999); Poesie 1965-2000 (Oscar Mondadori), Per un secondo o un secolo
(Mondadori, 2006). È autore del romanzo Il
male è nelle cose (Mondadori, 2005) e del volume di prose La traversata di Milano (Mondadori,
2007).
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