Marisa Papa
Ruggiero, Passaggi di confine, con interventi visivi dell’Autrice.
Libro
di arte-poesia a tiratura limitata (399 esemplari numerati a mano).
Collana
«Coincidenze», Edizioni L’Arca Felice, Salerno MMXI,
pp. 40, più una litografia fuori
testo. ISBN: 978-88-905854-8-7
DI MARISA PAPA RUGGIERO, INTRIGHI RETINICI (TECNICA MISTA, CHINA E COLLAGE, 2011). |
«Marisa Papa Ruggiero conduce la parola
poetica alla tensione di una continua sfida interrogativa. La sua scrittura
disegna una trama che si fonda sui cardini dell’Apertura e della Possibilità:
ci si trova di fronte, così, a una lingua capace di analizzare e di far
risuonare manifestazioni di imponderabili desideri, segnali di interdizioni
laceranti, lampi di vorticose frammentazioni che insieme tendono,
simultaneamente, ad annunciare, e poi a confutare, l’ipotesi di una definitiva
modalità di conoscenza e di comprensione della realtà» (Mario Fresa). In egual
misura, le sue grafiche sono dense di immagini incisive che si intrecciano, e
la parola stessa diventa materia viva scolpita nel disegno: un libro intenso, dunque, multiprospettico, pieno
di fascinosi e di vertiginosi salti e di tensioni inaudite.
Marisa Papa Ruggiero vive a Napoli. La
sua produzione poetica e in prosa è documentata, oltre che in riviste di
settore, nelle seguenti pubblicazioni: Limite interdetto (Ripostes, 1993); Origine inversa (ed. A. Guida, 1995); Campo
giroscopico (ed. Riccardi, 1998); Persephonia (ed. Manni, 2001); Oblique ubiquità (ed. Riccardi, 2003); Il passaggio dei segni (ed. Socrate, 2003, libro d’artista); Le verità bugiarde (Il Laboratorio/Le Edizioni, Nola, 2008); e in vari
testi antologici, tra i quali: Paradossi visuali (ed. Riccardi); Ad
hoc (Lagnes, France); Al di là del
labirinto (ed. L’Arca Felice, Salerno); Mundus
(ed. Valtrend); Accenti, (Soc. Dante Alighieri).
Finalista e premiata a vari Premi, da ultimo segnalata al L. Montano.
**Mariella Bettarini: Poesia di forte, dura complicità, questa.
Che la prevede. E la pretende. Dalla quale non si può restare esterni (pena il
rimanerne estranei). Entro la quale non vale (né è possibile) essere neutri,
neutrali, mai. Così come né neutra, né neutrale è mai la voce che tale poesia
produce (e da cui è prodotta), né l’autrice loro, carnefice/vittima essa stessa
di tale possessiva, aggressiva Voce.
Dalla
prefazione ad Origine inversa
**Mario Lunetta: Ciò che importa, in termini di timbro espressivo, è che l’autrice non
giochi sulle atmosfere, sugli effetti-flou, sulle dissolvenze. La sua è, al
contrario, una pronuncia di forte compattezza metallica, tesa, perfino
geometrica, all’interno della quale si annida un nòcciolo vivo di crudeltà e di
limpida consapevolezza di ciò che è il peso specifico della parola.
Dalla introduzione a Persephonia
**
Marco Amendolara: I componimenti di
Persephonia accennano al fluire
delle cose del mondo, in sintesi alla loro imprendibilità.
Da «Nuovo Sud», 15 -
31 maggio 2001
**Domenico Cara: …La centrifuga sfida di M.P.R. tesse all’interno di questo libro
ambizioso le immagini di un’azione e di un’elaborazione a insorgenza metamorfica…
Commento a Le verità bugiarde
**Alberto Cappi: Ciò che colpisce nella varietà di motivi è la ricchezza rapida
dell’espressione, e la nudità dei significati.
Da «La voce di Mantova», febbraio 2009
**Mario M. Gabriele: In questo singolare
theatrum si collocano piani e sfondi
diversi, in una fitta rete di tracciamenti esistenziali e meta-teatrali di tipo
beckettiano, in cui tutto è centrale e niente è centro […] alla ricerca di nuove cifre nei labirinti
psicologici, ognuno con una propria identità biopsichica, nuclearizzata da una
lingua materica e a scatto sintetico.
Nota a Le
verità bugiarde
**Ugo Piscopo: Presente da molto tempo e con evidenza significativa, sulla scena della
invenzione poetica verbo visiva e della ricerca letteraria, M. P. R. ci ha dato
da ultimo un volume affidato a uno stile drammaturgico […] che si sfoglia in declinazioni filosofiche
Dal «Corriere del Mezzogiorno», marzo 2009
**Raffaele Piazza: L’autrice riesce a miscelare compiutamente una linea molto complessa,
con una piacevole fruibilità per il lettore. Oltre al dato della valenza
sperimentale, c’è da aggiungere l’elemento della presenza, sullo sfondo, di uno
stabile carattere filosofico, gnoseologico, che caratterizza questo libro, come
un esercizio di conoscenza.
Nota a Le verità bugiarde su «La Mosca di
Milano» – 2010
**Giorgio Moio: Ci troviamo di fronte ad un io affabulante che si sdoppia, triplica […]
con parole inquietanti come i crocevia
dell’eros, che confluiscono sulla carta per gioco o per farsa, fino a
farsi magia…
Da «Risvolti» – quaderno n. 16
**Antonio Spagnuolo: Per Marisa l’incompiuto ripete smalti della lingua nel tentativo di
conservare ed offrire una musicalità che sia all’altezza delle espressioni. Il
gioco è un cerchio sulla pedana immobile, che conduce con abilità al ritmo incandescente
del verso, sempre al di là della tradizione e fino al trionfo della illuminazione.
Nota alla silloge Energie di campo, in Al di là del labirinto
**Mario Fresa: …La liquida scorrevolezza del dettato poetico di M.P.R. abbraccia e
contempla il senso e il suono degli eventi riassumendoli in un indivisibile
organismo, nel quale ciò che appare corrisponde
a ciò che realmente è.
Da Ritratti di poesia, aprile 2011
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Marisa Papa Ruggiero
COL PENSIERO E LA PAROLA UNO SPINGERSI
OLTRE L’ECO
Sul limpido davanzale del foglio
bianco, ecco un ritratto dosato e / o rarefatto, composto di parole, di irte
penombre, procedimenti esatti o scarni di simboli non calligrafici o ipotetici
doni di sospese realtà. I totali “passaggi” somigliano agli stessi “ interventi
visivi” che Marisa Papa Ruggiero
accoglie austeri, graffianti, quasi incompiuto ma fisico dissenso di qualcosa
negativamente occhieggiato nel rapporto direttamente confidenziale con la vita,
ma senza affanno, in fasi ed effetti cruciali al gesto rigoroso, al controllo
di se stessa ogni giorno. A fisionomie secche, non iridate, il senso è
tentacolare e chiuso ad ogni amena e schietta tersità. Il tragitto dispone di accessi
d’impeto, l’esteriore è inesistente, racconta per emblemi il pensiero che
riavvia pretesti puri, l’ampolla si balocca con le gemme popolando di algidi
suoni e di ritmi scarniti allegorie lente, che ignorano il male del visibile e
si fanno preziosi e civili con la loro fragorosa istantaneità.
Un rapporto col mondo quindi neo
– mitologico, estremo, indubbiamente inequivocabile e icastico.
Il coraggio dell’idillio
astrattivo non ha sospetti sul proprio continuum finora mai banale, né labile,
senz’altro contro il magma minaccioso della storia e vicenda da cui sguscia
sensibilmente il vortice spinoso della propria psiche. Questa è la sua cifra
poetica, il fondamentale (in)canto e quell’ipertrofico sigillo che domina
un’essenza singolare, interdisciplinare alle trame e all’aristocrazia del suo
dettato, anche per fare più propri i confini del libro, e insieme scioglierli
da ogni falsa o mimetica allusione artificiale, e darsi un modo immobile nel
mondo che alla civiltà del verso comunque gli si oppone (perché inafferrabile e
lontana?).
Domenico Cara
Marisa Papa Ruggiero,
Passaggi
di confine,
Edizioni L’Arca Felice,
Salerno 2011
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