Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

lunedì 1 giugno 2020

Le parole viventi


Mario Fresa ed Ely Martini  aprono una sezione di audiopoesia sul blog Le parole viventi. Un archivio sonoro, in continuo arricchimento, grazie al quale si potranno ascoltare testi (selezionati e letti dagli stessi Fresa e Martini) di poeti italiani, francesi e spagnoli, da Dante a Marinetti a d'Annunzio, da Guidacci a García Lorca a Giudici, da Pozzi ad Apollinaire a Leopardi. La parola forte della poesia è affidata, qui, all’interna risonanza della voce, alle sue lunghe ombre riverberanti, al vuoto (colmo di senso) delle pause e del silenzio. È il vuoto a rammentarci, infatti, l'importanza dell'essenziale (irriferibile sempre, se non nei doni dell'astrazione e della mancanza: «Trenta raggi convergono sul mozzo, / ma è il foro centrale che rende utile la ruota. / Plasmiamo la creta per formare un recipiente / ma è il vuoto centrale che rende utile il recipiente. / Ritagliamo porte e finestre nelle pareti di una stanza: / sono queste aperture che rendono utile la stanza. / Perciò il pieno ha una sua funzione, / ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto»).


Mario Fresa (Salerno, 1973). Ha collaborato e collabora a «Caffè Michelangiolo», «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Verri», «L'Almanacco dello Specchio», «Recours au Poème», «Nazione Indiana», «La Revue des Archers», «Poesia». I suoi testi poetici sono presenti in varie antologie pubblicate sia in Italia sia all'estero, da Nuovissima poesia italiana (a cura di M. Cucchi e A. Riccardi, Mondadori, 2004) alla recente Ventidós poetas por un nuevo milenio (numero monografico della rivista «Zibaldone. Estudios italianos» dell'Università di Valencia, 2017). Fa parte del Comitato di Redazione del semestrale «La clessidra» e della rivista internazionale «Gradiva» (Università di Stony Brook, New York). Esordisce nel 2002 con Liaison, un libro di prose e di poesie introdotto da Maurizio Cucchi (edizioni Plectica; Premio Giusti Opera Prima, Terna Premio Internazionale Gatto) cui fanno séguito, tra le altre pubblicazioni di poesia: Alluminio (LietoColle, 2008, con un'analisi critica di Mario Santagostini; tradotto in Francia nel 2019); Costellazione urbana (Mondadori, «Almanacco dello Specchio» n. 4, 2008); il poemetto in due tempi Luci provvisorie (Mondadori, «Nuovi Argomenti», 2009); un frammentario romanzo in versi, Uno stupore quieto (Stampa2009, con prefazione di Maurizio Cucchi, 2012; menzione speciale al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como); La tortura per mezzo delle rose (nel sedicesimo volume di «Smerilliana», 2014, con un saggio di Valeria Di Felice); Teoria della seduzione (Accademia di Belle Arti di Urbino, con opere visive di Mattia Caruso, 2015); il prosimetro Svenimenti a distanza (Il Melangolo, 2018, con una riflessione critica di Eugenio Lucrezi; Premio Internazionale Cumani Quasimodo). Quindici nuovi testi poetici, tratti dal suo prossimo libro Il mantello di Goya, sono stati anticipati sul n. 70 de «Il Verri» e sul quotidiano «La Repubblica». Ha tradotto dal greco moderno (Sarandaris), dal latino classico e medievale (Catullo, Marziale, Pseudo-Bernardo di Chiaravalle) e dal francese (Baudelaire, Rimbaud, Musset, Apollinaire, Desnos, Frénaud, Cendrars, Char, Duprey, Queneau). Cura il blog Le parole viventi e, insieme con Federica Giordano, Il re pescatore (rassegna di Musica e Storia). 


Ely Martini è nata a Genova e vive a Spotorno (Sv). Si è formata presso il liceo artistico Paul Klee, e successivamente come operatore culturale in ambito museale. L’interesse per il teatro e la recitazione l’ha portata a frequentare i corsi presso il teatro Carignano di Genova. Ha lavorato presso il Palazzo Ducale di Genova in occasione di mostre eventi e visite guidate. In seguito ha collaborato con l'ufficio attività culturali della Biblioteca Universitaria di Genova contribuendo alla realizzazione di vari eventi e incontri poetici. Ha partecipato a numerosi reading poetici ed eventi artistici, in particolare al reading multimediale Mimesis, realizzato in collaborazione con La Claque Fondazione Luzzati e con il Festival Internazionale di Poesia di Genova. Nel 2012 si è svolta a Roma, presso la Biblioteca di Storia dell’Arte e Archeologia, la mostra personale, dal titolo “Parole in tracce di china”, nella quale i suoi lavori, disegni e poesie, hanno raccontato una sperimentazione di sensazioni sinestetiche, dentro un caleidoscopio di visioni che si fanno parola, colore, forma, sonorità: in spirali e mutazioni continue, dalla luce all’assorbimento della luce, come nella sua poesia Nero: «… non è un’orchestra / non è una sinfonia / il nero è una nota / il nero è un’idea / figlia dell’aria che respiro».







mercoledì 28 novembre 2018

mercoledì 7 marzo 2018





Aldo Ferraris ci ha lasciato pochi giorni fa. È stato un uomo di grande gentilezza e un poeta di rara intelligenza.

Con le Edizioni L’Arca Felice, nella collana «Coincidenze», ha pubblicato due intense raccolte: Qualunque cosa e Apokatastasis.



Vogliamo ricordarlo con alcuni suoi versi:


Poesie tratte da Apokatastasis




Enmerkar

3020 a.c.


Uruk splende nel sole
sembra un prato di pietra,
il vento suona tra i suoi steli
arruffando le vesti delle fanciulle
come fiori appena sbocciati.
Ti guardo e sorrido
colmo della tua grazia.




Han Fei
2170 a.c.


Ridono i campi oltre la collina
Fu Hsi stende le braccia
coprendo l'orizzonte
ai miei piedi la talpa
scava nella vergogna della sua cecità
tutto scivola oltre le vene dell'attesa.



Hathfertiti
1760 a.c.


Tu che vieni dal buio
lascia le mie tempie
non frugare nel sonno del figlio
nutrito con sabbia e canne;
il Nilo generoso
coprirà di fango la tua forza
leccherà le ferite di ogni tuo morso.




Badu
1032 a.c.


Onoro il tuo spirito
antilope che hai accolto le mie frecce,
la tua carne darà senso al fuoco
la tua pelle sarà custodia per il mio arco
le tue corna mi proteggeranno
dagli spiriti malvagi che sputano
vermi nelle mie ferite.
Onoro il tuo spirito
antilope, terra e vita eterna,
danzerò per te e per il cielo.







Poesie tratte da Qualunque cosa



C'è stato un tempo per noi,

quando eravamo grandi, senza saperlo,
grandi come nuvole o cavallette,
c'è stato un tempo colmo sino all'orlo

dove ancora caparbie aspettano
come bruciature di stelle sulla fronte
le cose che abbiamo spezzato
inconsapevoli, correndo.



*
Stanno dentro di noi, come devono,
le cose, come serpi nell'erba alta,
senza la certezza di esistere.
Stanno dentro di noi, come sassi

nelle tasche prima di nuotare.
Si fanno dense le cose che scordiamo
nascoste da qualche parte a soffrire
a diventare nuove senza sapere perché.



*
Versano per noi negli alveari della notte
la dolcezza del mattino le ronzanti
cose che ci vogliono lasciare,
le pietose forme che abbiamo amato.

Quando si alzano per fuggire lo fanno
per difenderci, per attraversarci
con un ago, un filo di luce, da parte
a parte, cucendoci alla memoria.


             
                *
Sono così lucenti le cose
sguainate dal nostro desiderio,
posate lì, nude, da guardare
dove prima non c'era nulla.

Questo loro stare, solamente,
ingoiate dalle nuvole, in attesa
che il tempo si addormenti
per farci sorridere un'altra volta.




*
È l'accettare questo continuo
vedere prima che la vita accada
prima che qualcuno bussi
e qualcosa si compia definitivamente.

È questo tirare la fune del destino
sperando che il cielo ci segua
come un aquilone, è il non sapere
che ci salva, irrimediabilmente.
               


                *
Si cercano tra loro le cose
dove gli uomini non sono più,
si confidano i nostri segreti,
ad occhi chiusi bevono tutta la luce,

le ossa spolpate dalla realtà.
Quando torniamo sanno tutto di noi,
stanno lì ferme a guardare
il dolore nascosto nei nostri abiti.




*
Questo rotolare senza ritorno
delle cose che non vogliamo vedere
questa loro insensata bellezza
che ci chiama, disperata, e il nulla,

il nulla della nostra indifferenza
il frangersi contro i nostri fianchi
di maree di suppliche, e l'isola,
la madre del silenzio, smarrita.





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giovedì 26 ottobre 2017

I Fiori del Male nella traduzione di Mario Fresa






Mario Fresa



Il poeta Mario Fresa torna alla traduzione, con un’originale versione dal francese di uno dei capolavori della letteratura universale, pubblicata in occasione del 150° anniversario della morte di Charles Baudelaire.





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venerdì 15 settembre 2017

Rosa Di Zeo




 Rosa Di Zeo
Esule non sarò


con un’interpretazione visiva
 di Marco Vecchio







È il sessantatreesimo titolo della collana «Coincidenze».
Quest’opera preziosa è stata impressa
nel mese di luglio 2017
 ed è proposta agli amatori da 1 a 199 esemplari
numerati a mano.

All’interno e fuori testo, disegni di Marco Vecchio

Edizione di arte-poesia a cura
dell’associazione culturale
«L’Arca Felice» 


*

siamo qui
in ogni angolo
in qualche piazza
dove ci notiamo meno

sperduti nello spazio
urbano
o confusi
tra la folla
i cani randagi e non
colombi in estate ed inverno
rondini da maggio a settembre

qualcuno accenna una melodia
qualcuno osserva
o dipinge un quadro
c’è chi perde il suo sguardo
distratto
o lo rifugia in una retrospettiva

qualcuno fa poesia
a bassa voce
ma dubita
se darle il canto
o nasconderla in una teca
minuscola

                                                        (5 luglio 2014)







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Rosa Di Zeo, nata ad Avellino, ha insegnato, per molti anni,  a Bergamo. In questa città ha avuto interessanti esperienze culturali e professionali, tra cui una collaborazione con la rivista di cultura e arte «Alla bottega» di Milano, in seguito alla partecipazione al concorso nazionale di poesia Aspera, in cui venne segnalata una sua composizione. Ha pubblicato fiabe per bambini e alcune sillogi di poesie tra cui: Lo gnomo ignorante, Delta 3 edizioni e Le zampe dei gatti hanno cinquant’anni, Mephite editore.








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