Aldo Ferraris
Qualunque
cosa
con un pensiero visivo
di Eliana Petrizzi
pp. 16, 2010
In Qualunque
cosa di Aldo Ferraris la parola poetica nasce, scrive l’Autore, «da un bisogno, null’altro che da
un bisogno… quello della conoscenza». Il verso poetico è lo strumento
necessario per scavare nei meandri dell’esistenza, per trovare il senso delle
cose che “stanno dentro di noi… come serpi nell’erba alta”. Una poesia, questa,
lucidissima e tesa a un’intensa, verticale indagine sui misteriosi percorsi
dell’essere, interrogati e rivissuti quasi in
ansiosa ricerca di luce e di risposte.
Aldo Ferraris è nato nel 1951 a Novara, dove
vive. Ha pubblicato quindici raccolte di poesia. Le principali sono: Horus, parola improvvisa, nell'antologia 7 poeti del Premio Montale
(Scheiwiller, Milano, 1993) quale uno
dei vincitori del Premio Montale nella sezione inediti; Grande corpo (Anterem, Verona,
1997); L'orgoglio dell'assenza (All'antico
mercato saraceno, Treviso, 1999); Acini
di pioggia (Gazebo, Firenze, 2002); Nulla
sarà perduto (edizioni Archivi del '900, Milano, 2004), raccolta vincitrice
del Premio per l’inedito Antonia Pozzi; Danza di nascite (Azimut,
Roma, 2006); L'ospite sulla soglia (Raffaelli, Rimini, 2009). Ha
pubblicato, inoltre, una raccolta di racconti: L’invenzione collettiva
(Editing Edizioni, 2006).
*
Stanno dentro di noi, come devono,
le cose, come serpi nell'erba alta,
senza la certezza di esistere.
Stanno dentro di noi, come sassi
nelle tasche prima di nuotare.
Si fanno dense le cose che scordiamo
nascoste da qualche parte a soffrire
a diventare nuove senza sapere perché.
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