Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

giovedì 1 maggio 2014

Gérard de Nerval, Le Chimere





Gérard de Nerval

Le Chimere


Traduzione e cura di

 Luigi Fontanella


Interventi visivi di

 Vincenzo Balena








Gérard de Nerval poeta e scrittore, nacque a Parigi nel 1808 e nella stessa città morì suicida, nel 1855. Tra le sue opere: Le voyage en Orient (1851); Les illuminés (1852); Lorely e Les nuits d’octobre (1852); Les petits châteaux de Bohême (1853). Il suo capolavoro Les filles du feu (1854), che contiene i 12 sonetti di Les Chimères – qui presentati in una nuova e inedita traduzione curata da Luigi Fontanella – e il suo “diario spirituale” Aurélia ou le rêve et la vie (1855) compendiano e riassumono in modo esemplare il suo mondo onirico e visionario.








Luigi Fontanella è nato nel 1943. Poeta, romanziere, saggista. Insegna Italianistica alla State University of New York a Stony Brook. È fondatore e presidente dell'IPA (Italian Poetry of America) oltre che editore di Gradiva: An International Journal of Italian Poetry e della casa editrice Gradiva Publications, che ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione dal Ministero dei Beni Culturali. Tra i suoi più recenti libri di poesia: L'azzurra memoria. Poesie 1970-2005, Moretti & Vitali, 2007; Oblivion, Archinto, RCS Rizzoli, 2008; Bertgang. Fantasia onirica, Moretti & Vitali, 2012; Disunita Ombra, Archinto, RCS Rizzoli, 2013. 


Un'opera di Vincenzo Balena



Delfica

La conosci, tu, DAFNE, quell’antica romanza,
Ai piedi del sicomoro o sotto i bianchi allori,
Sotto l’olivo, il mirto, o i tremolanti salici,
Quella canzone d’amore… che sempre ricomincia?...

Riconosci il TEMPIO dall’immenso peristilio,
E i limoni agri ove affondavano i tuoi denti,
E la grotta, fatale agli ospiti imprudenti,
Dove del vinto drago dorme l’antico seme…

Ritorneranno, sai, quegli dei che tu ognora piangi!
Il tempo sta per ristabilire l’ordine dei giorni antichi,
E la Terra trasale d’un profetico respiro…

Dorme intanto la sibilla dal volto latino
Laggiù ancora sotto l’arco di Costantino:
- E nulla ha disturbato il portico severo. 


La connais-tu, Dafné, cette ancienne romance,
Au pied du sycomore, ou sous les lauriers blancs,
Sous l’olivier, le myrthe ou les saules tremblants,
Cette chanson d’amour…qui toujours recommence!

Reconnais-tu le Temple, au péristyle immense,
Et les citrons amers où s’imprimaient tes dents?
Et la grotte, fatale aux hôtes imprudents,
Où du dragon vaincu dort l’antique semence.

Ils reviendront, ces dieux que tu pleures tougjours!
Le temps va ramener l’ordre des anciens jours,
La terre a tressailli d’un souffle prophétique…

Cependant la sibylle au visage latin
Est endormie encor sous l’arc de Constantin.
- Et rien n’a dérangé le sévère portique.


  

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