HERMES
Collana di poeti tradotti da poeti
a cura di Mario Fresa
Paul
Valéry
UN CHIARO FUOCO
Traduzione
di Maurizio Cucchi
Con una litografia di Nicola Vitale
ISBN: 978-88-977230-0-4
Edizioni L’Arca Felice
È STATO IMPRESSO NEL
MESE DI FEBBRAIO 2012.
QUEST’OPERA PREZIOSA
È PROPOSTA AGLI AMATORI
DA 1 A 110 ESEMPLARI
RILEGATI E NUMERATI A MANO.
FUORI TESTO, A
ROTAZIONE, DUE LITOGRAFIE DI NICOLA
VITALE:
ARCOBALENO (2008, OLIO SU
TELA, CM. 90 x 105);
FINESTRA (2008, OLIO SU
TELA, CM. 93 x 120).
Paul Ambroise Valéry nacque a Sète nel
1871 da padre corso e da madre italiana. Dopo aver studiato diritto a
Montpellier, iniziò a pubblicare alcuni testi poetici su riviste vicine al Simbolismo.
Nel 1892 fu colpito da una profonda crisi esistenziale che lo indusse a dedicarsi,
per circa vent’anni, agli studi matematici e filosofici. Ritornò alla scrittura
poetica soltanto nel 1917. Intensa la sua attività saggistica: Introduzione
al metodo di Leonardo da Vinci (1895), La
serata con il Signor Teste
(1895), Eupalinos (1921), L’anima
e la danza (1923), Varietà
(1924-44). Opere di poesia: La
giovane Parca (1917), Il cimitero marino (poema, 1920), Charmes (1922). Morì a Parigi nel
1945.
Maurizio Cucchi è nato
a Milano, dove vive, nel 1945. Poeta, consulente letterario, giornalista
pubblicista, traduttore (da Stendhal,
Lamartine, Flaubert,
Villiers de Isle-Adam, Prévert,
Mallarmé, Malherbe, Balzac) ha pubblicato questi libri di poesia: Il
disperso (1976; nuova ed. 1994), Le meraviglie dell’acqua (1980), Glenn
(1982, Premio Viareggio), Il figurante (scelta di versi 1971-1985), Donna
del gioco (1987), La luce del distacco (versi per il teatro, 1990), Poesia
della fonte (1993, Premio Montale), L’ultimo viaggio di Glenn
(1999), Per un secondo o un secolo (2003), Jeanne d’Arc e il suo doppio (testo in versi per il teatro, 2008).
Ha curato il Dizionario della poesia italiana (1983 e 1990), e con
Stefano Giovanardi l’antologia Poeti
italiani del secondo Novecento (1996, nuova ed. 2004). Opere narrative: Il
male è nelle cose (2005, romanzo), La traversata di Milano (prose,
2007), La maschera ritratto (romanzo, 2011). Per i tipi
della nostra casa editrice ha pubblicato la plaquette
di arte-poesia Come una nave (2008,
con un pensiero visivo di Prisco De Vivo).
Nicola Vitale, poeta e pittore, è nato a Milano, dove vive, nel 1956. I suoi dipinti sono stati esposti in mostre
personali e collettive, in gallerie private e spazi pubblici, in Italia,
Svizzera, Stati Uniti e Islanda. È stato invitato alla 54° edizione della Biennale
di Venezia, Padiglione Italia. Dal 1991 è docente dei corsi di pittura
organizzati da Unicredit Milano. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: La
città interna (1991), Progresso nelle nostre voci (1998), Finalista
premio Gozzano 1998, La forma innocente (2001), Condominio delle
sorprese (2008), Premio Reghium Julii 2009, Premio Laurentum 2009, Finalista
Premio Metauro 2009, unica segnalazione oltre il vincitore, Premio L. Fiumi
2009. È incluso nell’antologia Poeti italiani del secondo Novecento, a
cura di Maurizio Cucchi
e Stefano Giovanardi (2004). È tradotto in albanese e
spagnolo.
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VEDUTA
Se
declina la spiaggia, se l’ombra
sull’occhio
si consuma e piange
se
l’azzurro è lacrima, così
pura,
al sale dei denti, affiora
il
fumo vergineo o l’aria
che
culla in sé poi spira
verso
l’acqua, su un mare
assopito
nel suo impero
Colui
che senza udirle
con
le sue labbra mosse al vento
già
si distrae a svanire
mille
voci vane in cui si muta
sotto
l’umido bagliore dei denti
dolcissimo
il fuoco dell’interno
Si la plage planche, si
L’ombre sur l’œil s’use et pleure
Si l’azur est larme, ainsi
Au sel des dents pure affleure
La vierge fumée ou l’air
Que berce en soi puis expire
Vers l’eau debout d’une mer
Assoupie en son empire
Celle qui sans les ouïr
Si la lèvre au vent remue
Se joue à évanouir
Mille mots vains où se mue
Sous l’humide éclair de dents
Le très doux feu du dedans.
L’ombre sur l’œil s’use et pleure
Si l’azur est larme, ainsi
Au sel des dents pure affleure
La vierge fumée ou l’air
Que berce en soi puis expire
Vers l’eau debout d’une mer
Assoupie en son empire
Celle qui sans les ouïr
Si la lèvre au vent remue
Se joue à évanouir
Mille mots vains où se mue
Sous l’humide éclair de dents
Le très doux feu du dedans.
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