Mario Fresa
Questionario di poesia (43)
Rosa Pierno
Qual è il segreto progetto a cui tende la tua
scrittura?
Raggiungere
una forma valida. È la forma che reca il contenuto cogente. In questo senso
credo che le due fasi: dell’impulso che veicola parole sul foglio e della
correzione e valutazione, che dura ben più a lungo del momento aurorale, siano
due momenti non disgiungibili dell’atto creativo. E inoltre, vorrei
sottolineare il fatto che per me scrivere è fare. E’ creare un oggetto.
Come nasce,
in te, una poesia?
Con una
sorta di impulso in cui l’esistenza si esprime sotto voce altrui. Si potrebbe
precisare che le componenti siano due: l’angolo
d’incidenza dell’individuo di cui parla Celan e l’angolo d’incidenza delle voci
presenti nei libri letti. Ciò che mi accade di vivere e ciò che hanno elaborato
altri nella loro vita sono, nel testo, conglobati in un nuovo oggetto.
Un poeta
parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre
gli sfugge?
Ciò che mi
sfugge è tutto quello che hanno prodotto gli uomini. Leggo senza sosta per
travasare il mare nel mio secchiello. Parlo sempre di ciò che vivo, ma
spesso vivere è leggere. Non vedo soluzione di continuità.
La poesia è salvazione?
È una
parola poco risonante per me. Non salva, ma è una risorsa irrinunciabile.
A quale gioco della tua infanzia vorresti
paragonare la tua poesia?
Alla
roulette, a un tiro di dadi. Il caso non è mai escluso, il poeta non sa quale
sarà il risultato nell’atto di scrivere, anche se l’intervallo è prefissato, ma
interviene e modifica il prodotto che anche il caso ha contribuito a
determinare.
Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della
scrittura poetica?
Mi ha dato
la più grande possibilità della mia vita: condividere le intelligenze, le
passioni, le storie, gli errori, gli orrori, le scoperte, le sensazioni,
l’immaginazione, l’amore di quelli che mi hanno preceduta. Mi ha fatto
partecipare alla staffetta. Adoro raccogliere e passare il testimone.
Qual è il grado di finzione e di mascheramento
di un poeta?
È la
medesima risposta che ho dato a “come nasce, in te, un poesia?”. Io sono tutti
gli altri che hanno scritto, quando scrivo. Mai sopporterei di dare voce a
un’espressione relativa solo al mio singolo punto: al mio io. In me qualcosa
nasce quando ha inglobato le voci altrui. L’autenticità coinciderebbe proprio
con l’inautentico. Che diviene il vero
per tutti, nell’istante della lettura.
Vorresti citare un poeta da ricordare e da
rivalutare?
Gabriella
Drudi, che considero un talento straordinario.
Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?
Al poeta
si può augurare un maggior ascolto. Una società che utilizzi il suo dono.
Puoi citare un verso che ti è particolarmente caro?
Sarebbe
come chiedermi di dire qual è il mio quadro preferito. E’ tutta l’arte, di
nulla vorrei fare a meno.
In alto, un dipinto di Bartolomé Esteban Pérez Murillo [1618-1682]
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