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La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

giovedì 27 ottobre 2011

Questionario di poesia (20): Fortuna Della Porta








 Mario Fresa
Questionario di poesia (20)



Fortuna Della Porta






Qual è il segreto progetto a cui tende la tua scrittura?

Sono interessata al sentire poetico ma anche, con la stessa ossessione, al  modo più appropriato per rappresentarlo. La convinzione che la corrispondenza tra l’emozione e la parola resti sempre approssimativa mi ha indotto anche a forme di sperimentalismo per esprimere proprio il dubbio di fondo che la Parola possa non essere in grado di circoscrivere il mondo volatile, aggrovigliato, lanciato fino all’eterno e all’infinito, del cuore e della mente.

Come nasce, in te, una poesia?
Una poesia, o tutte le poesie, nasce dalla riflessione sulla creatura in rapporto alla sua venuta al mondo e al suo fine ultimo, ma anche in relazione ai suoi simili e in generale alla res publica. A questo si rifanno le mie composizioni sociali e politiche.

Il poeta parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli sfugge?
Immagino che l’impulso a scrivere sia dato da uno squilibrio tra l’ovvietà dei giorni che si susseguono e la percezione che ne abbiamo, spesso più complessa e persino, talora, dolorosa.

La poesia è salvazione?
Credo di poter affermare che la poesia permetta una maggiore consapevolezza di sé e del mondo. In questo senso rasserena. Salvazione mi sembra termine troppo impegnativo.

A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?
Al salto con la corda.
Un piccolo sforzo e per un attimo si vola

Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della scrittura poetica?
Che c’è un mondo dietro il velo di Maia più vero e palpitante cui si accede non solo con la propria sensibilità ma anche con l’umiltà e l’impegno.

Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta?
Credo di aver tenuto a debita distanza mode, temi e linguaggi, anche rischiando.

Vorresti citare un poeta da ricordare e da rivalutare?
Isabella Morra, anche perché donna, vittima di violenza da parte dei fratelli e meridionale come me.

Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?
Ci sono molti ottimi poeti, soprattutto delle nuove generazioni, che fanno con dignità il mestiere. Ai poeti laureati auguro di guardarsi dal manierismo, che per me è il modo peggiore di dirsi poeta.

Puoi citare, spiegando perché, un verso che ti è particolarmente caro?
M’illumino d’immenso, mi sembra rappresentare l’equilibrio perfetto tra profondità e vastità dell’emozione e la capacità di esprimerla in maniera sintetica ma efficacissima.






In alto, un dipinto di Luc Tuymans (Mortsel, 1958).

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1 commento:

  1. Grazie Fortuna per quanto dici, tu maestra di poesia! E grazie a te Mario per i tuoi alti lavori di critica poetica e di poesia!
    Con stima tanta vi stringo.
    Rita Pacilio

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