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La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

domenica 24 luglio 2011

Mario Fresa Questionario di poesia (2) Alessandro Ramberti




 Mario Fresa 

Questionario di poesia (2)



Alessandro Ramberti








Qual è il segreto progetto a cui tende la tua scrittura?

Forse una ricomposizione dell’anima: il tendere a un Oltre che sia memoria di un qui.



Come nasce, in te, una poesia?

Dal desiderio che è appunto una tensione alla cura dello spicchio di universo in cui ci troviamo a vivere.



Il poeta parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli sfugge?

Sono presenti e necessarie entrambe le condizioni per creare quella tensione desiderante di cui si parlava.



La poesia è salvazione?

No. Non lo è in sé. Ma può essere una modalità di comunicare/esprimere/condividere che indica percorsi di salvezza. Inoltre ci sono delle poesie che sono di fatto preghiere: in questo caso si può dire che implicano un cammino salutare.



A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?

Alla gimkana: abilità, destrezza, contatto con la terra, tensione verso una meta.



Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della scrittura poetica?

Che il linguaggio più diventare un ritmo immaginifico.



Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta?

Senz’altro minore di quello presente nelle maschere che assumiamo quotidianamente.



Vorresti citare un poeta da ricordare e da rivalutare?

Gerard Manley Hopkins.



Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?

L’apprezzamento sincero e disinteressato di 25 lettori.



Puoi citare, spiegando perché, un verso che ti è particolarmente caro?

«Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?»(Sal 8,5): un invito all’umile responsabilità a cui ciascuno è a suo modo chiamato.




3 commenti:

  1. Plaudo all’attenzione rivolta ad Alessandro Ramberti, poeta e persona di qualità. Autentiche le risposte, due delle quali ho particolarmente apprezzato: A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia? Alla gimkana: abilità, destrezza, contatto con la terra, tensione verso una meta; Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta? Senz’altro minore di quello presente nelle maschere che assumiamo quotidianamente. Ad Alex Ramberti, a Mario Fresa e a tutti i miei più cordiali saluti, Marco Scalabrino.

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  2. Troppo buono Marco :) e grazie a Mario. Buona continuazione d'estate!
    Alessandro

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  3. ottimo intervento, i miei complimenti..
    r.m.

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