Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

mercoledì 6 luglio 2016



Mario Fresa




Questionario di poesia

(60)



Alberto Pellegatta






Qual è il segreto progetto a cui tende la tua scrittura?

Ho sempre voluto superare le intenzioni, qualsiasi fosse il progetto iniziale. Mi interessa una scrittura densa che si spinga oltre il naturalismo, che sappia creare attrito e rischiare.   


Come nasce, in te, una poesia?

Non nasce in me ma nelle parole. Nasce direttamente dal linguaggio, dalla combinazione di termini altrimenti insignificanti. Può partire da una storia, da una situazione, ma è sempre un fatto linguistico. Per questo non credo nell’ispirazione, semmai nel talento.


Un poeta parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli sfugge?

Il reale offre un serbatoio di complessità che l’autore può riconfigurare con fantasia per spingersi oltre l’apparenza e afferrare ciò che sfugge agli sguardi disattenti. In questo senso la poesia interpreta una tensione tra il mondo reale e quello potenziale.


A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?

A nascondino.


Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della scrittura poetica?

La poesia ti obbliga alla concentrazione e all’apertura verso l’altro. Insegna a non dare niente per scontato, e a guardare oltre la superficie. Educa alla pazienza. E a mantenere bene i propri strumenti di lavoro: il linguaggio. Se il linguaggio è curato fin nei dettagli millimetrici, se funziona bene, allora anche il pensiero funziona. Non c’è filosofia senza un linguaggio in salute.


Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta?

Dipende dal testo e dal poeta. Tutta la letteratura è una finzione. Diversamente sarebbe cronaca, didascalia.


Vorresti citare un poeta da ricordare e da rivalutare?

Purtroppo ci sono molti autori dimenticati, perfino classici come Tasso o Chaucer. Tra i contemporanei non si può non pensare a Sandro Penna, a Antonio Porta, a Dario Bellezza, e agli stranieri Donaghy e Gamoneda, che ho pubblicato nella collana di cui mi occupo per Edb Edizioni.


Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?

Il poeta è un essere semplice, credo si accontenterebbe di salute e contanti.


Puoi citare un verso che ti è particolarmente caro?

Di Umberto Bellintani, altro autore da ricordare: Bocca di balena dai centomila denti d’oro / per ingoiare stanotte la terra.









© RIPRODUZIONE RISERVATA