Una recensione di Rita
Caramma dedicata a
Poco prima di notte di Cristina Annino
su "La
Sicilia"
C’è una vivacità che tutto prende in un verso
che raccoglie e contiene
un’originalità spontanea e priva di volute raffinatezze, volta a rivelare
un pensiero profuso di originale espressione. C’è una forza che non viene meno in nessun
componimento, frutto di un confronto con eventi che sorprendono e
comprendono fino a divenire, plasmati dall’autrice, pensiero dominante e
indomito, carezza dell’attimo destinato a rimanere eterno nella parola. Poco prima di notte è la nuova raccolta
poetica di Cristina Annino (Edizioni l’Arca
Felice) con introduzione di Maurizio Cucchi e dipinto, all’interno, della stessa poetessa. Una piccola quanto pregevole raccolta,
testimonianza preziosa di una voce fra le più rilevanti del panorama
contemporaneo, fra le più genuine ed eleganti, apprezzata sia in Italia
che all’estero. “Mi scollai per estasi, entrai/ in teatro con gli
altarini. Erano così/ gli ottoni che fanno/ piangere? Cannoni d’estremo
fiato. Saltai sulla testa di loro con/ la bacchetta in mano. Oh, stato /
divino, ho in mente di nuovo / un’orchestra! Chiesi/ perdono ai pianisti
in piedi, / alle code lisce, al muto pesce/ del suono. Facevano acqua
senza / me, le candele spente? Davo/ la mano persino/ ai clarini. L’orchestra che poco/ mancava andasse a
fondo, oddio!/ Ritto la dirigo ora
sull’orlo d’un / cratere spento, mentre il mondo, / prego, diffonda pure
la nostra cenere.”
Rita Caramma
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