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La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

giovedì 29 maggio 2014

  Fumo di Tiziano Rossi 

(Edizioni L'Arca Felice, 2014)


Una nota di Massimo Daviddi su acpnet.org



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                                                                            Tiziano Rossi
 
   
Disegni di Massimo Dagnino

collana IN LIMINE, Salerno 2014



Pochi poeti contemporanei hanno saputo dare alla nostra lettura, al nostro sguardo impigrito dai tanti stimoli dei media e del tempo della comunicazione globale, una visione della realtà, del suo emergere ogni giorno da tanti spaccati di vita, così come ha fatto Tiziano Rossi nel suo lavoro poetico, dentro un linguaggio essenziale e coraggioso, diretto e complesso, laddove per complessità si intende la pluralità dei gesti umani, le vicende, i ritmi della città, la folla e le persone. La casa editrice Garzanti, aveva raccolto la sua opera nel volume Tutte le poesie, 1963 - 2000, dove si attraversa una parte rilevante del cammino dell’autore, tuttora aperto e vitale. Alcuni titoli. Il cominciamondo che dà sbocco a La talpa imperfetta, premio Carducci; Dallo sdrucciolare al rialzarsi a Quasi costellazione e ancora Miele e no; Il movimento dell’adagio; Pare che il paradiso; Gente di corsa (Premio Viareggio) e il forte, intenso, Cronaca perduta, uscito per Mondadori (Premio Orta San Giulio). Negli ultimi lavori, la prosa poetica di Tiziano Rossi si è avvicinata alla struttura del racconto, facendone un campo d’osservazione intorno alla dimensione etica della vita, accompagnando il volto delle persone serrata da una condizione ripetitiva, chiusa , accompagnata da pregiudizi, superficialità e indifferenza. Talvolta, da tratti improvvisi, quasi epici, di presenza e desiderio. Questo universo fatto di cose minime, a volte impercettibili, di piccoli orrori quotidiani e distrazioni, ricordiamo i densi racconti di Faccende Laterali, Garzanti 2009, e Spigoli del sonno, Mursia, collana Argani, 2012, confluisce nell’ultimo lavoro, Fumo, mantenendo il rigore descrittivo di sempre, dentro una partecipazione emotiva, sensibile, che non guarda mai, né giudica, gli attori che si muovo nell’orizzonte dell’autore. Forse, qui, troviamo una maggiore tristezza e durezza di parola nei confronti di una realtà cinica, incapace di attenzione e memoria. Ecco perché colpisce come fendente al cuore il racconto Colloquio, dove Tiziano Rossi decide di affrontare una conversazione dolorosa quanto necessaria con una salma, quella di un bambino morto con altri compagni, affogati in un incidente di mare. Lampedusa, non è poi così lontana.

 Massimo Daviddi 




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