Fumo di Tiziano Rossi
(Edizioni L'Arca Felice, 2014)
Una nota di Massimo Daviddi su acpnet.org

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Tiziano Rossi |
Disegni di Massimo
Dagnino
collana IN LIMINE, Salerno 2014
Pochi poeti
contemporanei hanno saputo dare alla nostra lettura, al nostro sguardo
impigrito dai tanti stimoli dei media e del tempo della comunicazione globale,
una visione della realtà, del suo emergere ogni giorno da tanti spaccati di
vita, così come ha fatto Tiziano Rossi nel suo lavoro poetico, dentro un
linguaggio essenziale e coraggioso, diretto e complesso, laddove per
complessità si intende la pluralità dei gesti umani, le vicende, i ritmi della
città, la folla e le persone. La casa editrice Garzanti, aveva raccolto la sua
opera nel volume Tutte le poesie, 1963 - 2000, dove si attraversa una parte rilevante
del cammino dell’autore, tuttora aperto e vitale. Alcuni titoli. Il cominciamondo
che dà sbocco a La talpa imperfetta, premio Carducci; Dallo sdrucciolare al
rialzarsi a Quasi costellazione e ancora Miele e no; Il movimento
dell’adagio; Pare che il paradiso; Gente di corsa (Premio Viareggio)
e il forte, intenso, Cronaca perduta, uscito per Mondadori (Premio Orta
San Giulio). Negli ultimi lavori, la prosa poetica di Tiziano Rossi si è
avvicinata alla struttura del racconto, facendone un campo d’osservazione
intorno alla dimensione etica della vita, accompagnando il volto delle persone serrata da una
condizione ripetitiva, chiusa , accompagnata da pregiudizi, superficialità e
indifferenza. Talvolta, da tratti improvvisi, quasi epici, di presenza e desiderio.
Questo universo fatto di cose minime, a volte impercettibili, di piccoli orrori
quotidiani e distrazioni, ricordiamo i densi racconti di Faccende Laterali, Garzanti 2009, e Spigoli del sonno, Mursia,
collana Argani, 2012, confluisce nell’ultimo lavoro, Fumo, mantenendo il rigore descrittivo
di sempre, dentro una partecipazione emotiva, sensibile, che non guarda mai, né
giudica, gli attori che si muovo nell’orizzonte dell’autore. Forse, qui, troviamo
una maggiore tristezza e durezza di parola nei confronti di una realtà cinica,
incapace di attenzione e memoria. Ecco perché colpisce come fendente al cuore
il racconto Colloquio, dove Tiziano Rossi decide di affrontare una conversazione
dolorosa quanto necessaria con una salma, quella di un bambino morto con altri
compagni, affogati in un incidente di mare. Lampedusa, non è poi così lontana.
Massimo Daviddi