Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

sabato 13 aprile 2013

Questionario di poesia (49)



Mario Fresa

Questionario di poesia (49)


Massimo Dagnino





Disegno di Massimo Dagnino: Anatomopaesaggio (Galleria Chiesino), matita su carta, 2011


Qual è il segreto progetto a cui tende la tua scrittura?
Il “progetto” (parola che non amo molto, penso  al titolo del mio primo libro “Verso l’annichilirsi del disegno…” in cui disegno e progetto potrebbero coincidere e già il titolo è una dissolvenza) neanche troppo “segreto” è la cinematizzazione del linguaggio e una continua riflessione;  nel primo libro è evidentissimo: tutto accade via web-cam.


Come nasce, in te, una poesia?
Nel momento in cui c’è una accensione lirica nella prosaicità della vita giornaliera, scatta nel vedere un determinato paesaggio (per esempio una galleria ferroviaria che diventa by-pass) mescolato a una vicenda emotiva che mi riguarda come no. Mi piace molto precipitare nel magma della folla e molte poesie le ho pensate guidando.


Un poeta parla di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli sfugge?
Una strana mescolanza di cui sopra.


La poesia è salvazione?
Non credo proprio.


A quale gioco della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?
Giocavo a fare ricerche sul sughero, il tabacco, le grotte ecc…perché mi piacevano moltissimo le illustrazioni delle vecchie enciclopedie (tipo “Vita meravigliosa”).

Che cosa ti ha insegnato la frequentazione della scrittura poetica?
A non essere avulso.


Qual è il grado di finzione e di mascheramento di un poeta?
Mi viene in mente l’immagine delle maschere con luce radente di Daumier.


Vorresti citare un poeta da ricordare e da rivalutare?
Gregorio Scalise


Qual è il dono che augureresti a un poeta, oggi?
Di sperperare il proprio tempo.


Puoi citare un verso che ti è particolarmente caro?
“…quel rapido gesto / che rende presente il presente” di Gregorio Scalise tratto da “La perfezione delle formule” che meglio sintetizza il fare poesia e disegno (e non solo).













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