Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

domenica 28 aprile 2013




Una lettera di Giorgio Bonacini 

dedicata a 
La parola dell'occhio 
di Marco Furia

Edizioni L'Arca Felice





Caro Marco,


ho letto il tuo "La parola dell'occhio" con la lentezza e l'attenzione che merita,
e ti ringrazio ancora di avermelo inviato, perché devo dire che è una straordinaria
lettura di riflessione. Dare vita alle rappresentazioni immaginando le parole, per comporre
una visitazione dell'opera oltre la sua fissità. E lo dici bene: "riuscire a essere assieme al quadro, a partecipare a un'esistenza..." . E il concetto che scaturisce dalla tua lettura è proprio esistenza.
Ma non solo l'esserci dell'opera visiva con i suoi colori, le sue forme, le sue geometrie, ma 
l'esistere dentro il quadro, il pensare a ciò che viene prima, che porta a quell'immagine e che trasporta poi in luoghi sconosciuti. Quando nel quadro del Doganiere Rousseau, non solo ipotizzi ma realizzi che  "quella candela e quella bottiglia sentono la presenza l'una dell'altrae "si fanno compagnia", poni in essere una dimensione esistenziale organica alle figure, proprio perché sono esse la vita dell'opera dipinta. E poi tanto altro con il tuo tocco  di leggerezza e umanità per ciò che la pittura ci mostra. Sì, mi piace molto il tuo modo di leggere i quadri, svelando o immaginando alcuni segreti, che non sono semplicemente tecnici, ma sostanziali.
Giorgio Bonacini








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