Libri di arte, poesia e filosofia

La parola verso proviene dal verbo latino vertere, cioè «capovolgere», in particolare la terra con un aratro. Il verso è allora un solco, una linea dritta in cui l’uomo col proprio lavoro pone i suoi semi che germoglieranno: nel verso, così, convergono la linearità naturale degli eventi e l’impegno fruttifero del pensiero umano.

sabato 26 gennaio 2013

Grazia Calanna dedica un articolo a Lina Ugolini

LA SICILIA 
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013



20.Oggi Cultura

GRAZIA CALANNA
Il viaggio
della Ugolini
verso l’ignota
stazione
l segno ferrato dei caratteri
tipografici traccia un percorso
emotivo aperto dentro
il quale il lettore può ritrovarsi
e aggiungere tratte, destinazioni,
fermate. Il senso dell’itinerario
è racchiuso in questo verso: - Corre
sui binari la scrittura ma il conoscere
è meta provvisoria -. Esprime a
mio avviso una necessità fondamentale
per l’uomo: l’anelito laico dell’intelletto
al mai-finito auspicabile nella
dimensione di un oltre».
Parole di Lina Maria Ugolini, autrice,
per le Edizioni L’Arca Felice della
plaquette “La ferrovia” impreziosita
da una litografia di Roberto Matarazzo,
collana di arte-poesia a cura di
Mario Fresa (progetto grafico di Ida
Borrasi).
La Ugolini celebra il viaggio, porta
attraverso la quale si esce dalla realtà
come per penetrare in una realtà inesplorata
che sembra un sogno (Guy
de Maupassant). La meta è «l’ignota
stazione», ricorda. Dovremmo imparare
a mitigare la corsa, lontani dalla
“retta oraria alla ragione”; imparare a
sostare, «Ti volevo salutare: / una
mano sulla spalla, un abbraccio fraterno
»; imparare (meditando) che
non basta “spostarsi per essere altrove
// scendere dal treno e ricominciare
/ il lavoro sporco in un’altra piazza”.
Un canto lirico con esteso registro
acuto (accorto), “Il fischio del capostazione
/ arriva come una lama di
coltello // fende la nebbia / cola sangue
grigio / sulla cicatrice del ricordo”,
e grave (intenso), “tra le dita della
morte / prossima a recidere / minuti
pezzetti / estreme briciole di un
tempo vuoto / coriandoli / al carnevale
della vita”.
«Cosa ti aspetti dalla scrittura? Proviamo
a invertire la domanda. Cosa si
aspetta la scrittura da te? Rispondo:
servizio incondizionato, disponibilità
nell’offerta di se stessi nel vergare
la Pagina del Mondo. Tale servizio
comprende un esercizio quotidiano
da affrontare con pazienza ostinata
».
«La scrittura - aggiunge la Ugolini -
, è una consegna da ottemperare con
impegno dedito, è soprattutto il veicolo
di una forza interiore inviolata e
inviolabile riscattata dalla parola nel
momento in cui diventa nella costruzione
di una storia, di una dramma,
di una poesia: verità. Ho cominciato
a scrivere da bambina avvertendo in
me la voce della poesia, presente e
invisibile, una compagna attraverso
la quale stabilire un dialogo con la
natura e le cose. Crescendo ho scoperto
altre possibilità espressive contenute
in quella voce così intima, altri
ritmi, altre invenzioni da esternare
per mezzo della narrativa o del
teatro. La scrittura per me è il regno
delle possibilità e delle variabili, un
cammino di ricerca durante il quale,
è importante ribadirlo, non bisogna
perdere mai il contatto nutrizionale
con la vita. Fare poesia significa avvalersi
della propria pelle come fosse
carta da tampone. Essa assorbe il fresco
inchiostro dell’umano sentire».

1 commento:

© RIPRODUZIONE RISERVATA