In
limine
2
Collana di prosa
poetica
a cura di
Antonio Melillo
TIZIANO ROSSI
FUMO
È
il secondo titolo della collana «In
limine».
Quest’opera
preziosa è stata impressa
nel
mese di dicembre 2012
ed
è proposta agli
amatori
Da
1 a 199 esemplari
Numerati
a mano.
Fuori
testo, a rotazione, 4 litografie
di
Massimo Dagnino:
dalla copia n. 1 alla n. 50, Via superiore della Torrazza - Galleria
Pietralunga
(matita su carta, 2010);
dalla
copia n. 51 alla n.100, Serre,
(matita
su carta, 2010); dalla copia n.101 alla
n. 150, Rombo (matita su carta, 2010);
dalla copia n. 151 alla n.199, Granara,
(matita
su carta, 2010).
Tiziano Rossi, nato nel 1935 a
Milano, dove vive, ha pubblicato diversi libri di poesia fra cui Il cominciamondo
(Argalia, 1963), Dallo
sdrucciolare al rialzarsi (Guanda, 1976), Quasi costellazione
(Società di poesia, 1982), Miele
e no (Garzanti, 1988), Il
movimento dell’adagio (Garzanti, 1993), Pare che il Paradiso (Garzanti, 1998) e Gente di corsa
(Garzanti, 2000), raccolte confluite nel volume Tutte le poesie,
1963-2000 (Garzanti, 2003). Ha pubblicato inoltre tre volumi di
prose brevi: Cronaca
perduta (Mondadori, 2006), Faccende
laterali (Garzanti, 2009) e Spigoli
del sonno (Mursia, 2012). Ha curato con Ermanno Krumm l’antologia Poesia italiana del Novecento
(Skira, 1995). È presente nell’antologia Poeti italiani del secondo Novecento curata
da Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi (Oscar Mondadori).
Amore
L’annunciatrice Jessica esce in lacrime dal
televisore e mi abbraccia, farfugliandomi nell’orecchio che il suo fidanzato è
sparito con un’altra e che con i
sentimenti non si gioca e che quella donna là è una persona meschina,
interessata unicamente ai soldi ecc.. Ma io sono solo uno di passaggio, ho un
ufficio da dirigente e le obietto che
non conosco nessuno di loro tre. Ho ben
sviluppato il senso dell’individuo, perciò mi sono fabbricato un sistema
protettivo: la vita è una scacchiera e io sposto i miei affetti e pensieri con
prudenza, come pedine. Non desidero macerazioni né inquiete veglie. Valuto le
frasi banali di Jessica e dimostro la mia signorilità allungandole qualche
piccola, dolce bugia ed esibendo dei consigli di indubbia finezza: le chiedo
perfino se la felicità sia davvero necessaria e mi affido all’argo-mento che il
litigio è una maniera più intensa di essere e che spesso sono le afflizioni a
mutarci in meglio. Intendo declinare qualunque incarico, le prometto solo che
tenterò di tracciare una mappa curativa, per il suo amore sciupato. Mi
confronterò dunque con più nobili quesiti, che concernono l’equilibrio
interiore. Ma nei suoi occhi di bambola strapazzata vedo un bel po’ di
pensieri, come pitturati; e la nenia della sua lagna ricorda i giochi mormorati
delle bambine, quel loro sillabare lieve, e io sono sensibile a certa musica
sommessa. In più ci si mette anche il mio intimo che germina sempre nuovi grovigli, e così non
mi viene di dire le quattro parole definitive che lei si meriterebbe, e che per
me sarebbero liberatorie. Allora – devo ammettere che la sua camicetta è
ineguagliabile! – la abbraccerò con tutto il mio complesso di tendini, muscoli
e ossa, impedendole di rientrare nel televisore.
Massimo Dagnino Via superiore della Torrazza |
Massimo Dagnino
S. Olcese stazione
ferroviaria - GE -
matita su
carta
2012
|
Nessun commento:
Posta un commento