In limine
5
Collana di prosa
poetica
a cura di
Antonio Melillo
MARCO ERCOLANI
Prose buie
È
il quinto titolo della collana «In
limine».
Quest’opera
preziosa è stata impressa nel mese di dicembre 2013
ed
è proposta agli
amatori da 1 a 199 esemplari numerati a mano.
All’interno
del volumetto, alcuni dipinti di Carlo Merello.
Fuori testo, un dipinto di Carlo Merello: tt1
- tramonto anemico
(smalto,
olio e inchiostro tipografico su carta, 1973).
Marco
Ercolani
(Genova, 1954) è psichiatra e scrittore. Per la narrativa scrive: Col favore delle tenebre, Praga, Il ritardo della caduta, Visioni
della natura, Vite dettate, Sindarusa, Lezioni di eresia, Il mese dopo l’ultimo, Carte false, Il demone accanto, Taala,
Il tempo di Perseo, Discorso contro la morte, A schermo nero,
Sentinella, Turno di guardia, Camera fissa. Per la saggistica: Fuoricanto, Vertigine e misura, L’opera
non perfetta. Per la poesia: Il diritto di essere opachi e Si minore. I suoi taccuini sono
raccolti in Nottario. Partecipa nel
2000 al convegno internazionale Bruno
Schulz: il profeta sommerso. Suoi testi in riviste («Nuova Corrente»,
«Poesia», «La mosca di Milano»), antologie (Altra
marea) e siti web (La dimora del
tempo sospeso, Zibaldoni.it, Doppio zero). Vince quattro premi letterari
(Montano, Aforisma Torino in sintesi, Morselli, Smasher). In coppia con Lucetta Frisa cura “I
libri dell’Arca” e scrive L’atelier e
altri racconti, Nodi del cuore, Anime strane (Âmes inquiètes, tr. fr. di Sylvie Durbec, Éditions des états
civils, 2011) e Sento le voci (J’entends les voix, ibidem, 2011).
Scia
Sogna un prato, a notte fonda. In mezzo al prato
uno specchio grande, circolare. Un lampo guizza nel cielo e il fulmine arriva
dritto al centro dello specchio.
Dopo qualche ora sogna di nuovo il cielo, di nuovo
la pianura, di nuovo lo specchio. Il fulmine guizza, come prima, fino al suo
centro. Ma lo specchio devìa la luce, la curva nell’aria, la trasforma in
arcobaleno. A notte fonda, l’arcobaleno rischiara tutta la radura.
Un oggetto inventato dall’uomo, un cristallo
riflettente, accoglie la luce del lampo, la assorbe, la devìa, trasforma la
potenza che frantuma in alone che risplende. Dall’energia del fulmine e dalla
rifrazione del cristallo nasce l’arte reale, il perfetto fantasma: la scia.
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