David Eloy
Rodríguez
Il desiderio è un ospite
cura e traduzione di Lorenzo Mari
con una litografia di Marco Vecchio
(Edizioni L’Arca Felice)
Abbiamo conosciuto
Lorenzo Mari come uno dei giovani poeti più promettenti del panorama italiano
con la raccolta Minuta di silenzio
(2009) ed ora lo vediamo nella veste di traduttore dallo spagnolo; Il desiderio è un ospite è una plaquette del poeta sivigliano (anch’egli
giovane, nato nel 1976) David Eloy Rodríguez stampata per le Edizioni l’Arca Felice
con una litografia di Marco Vecchio. In questa plaquettina troviamo quattro poesie che subito si segnalano per la
loro originalità e per lo sguardo verso una realtà a tratti surreale: “Il problema adesso / è che ci sono molte guardie / e pochi matti.
/ Il problema adesso / è che la gabbia
si trova / nelle interiora dell’uccello, (El
problema ahora / es que hay muchos
vigilantes / y pocos locos. / El problema ahora / es que la jaula está / en el interior del pájaro.)” Poesia che,
pur con uno stile proprio e ben preciso, talvolta può ricordarci la poesia di
Lorenzo Mari e qui ci si può chiedere se è solo un’affinità poetica o Mari
penetra talmente dentro la poesia di Eloy Rodriguez un po’ come Fortini con
Brecht. La prima poesia (Ospitalità, Hospitalidad) è forse la poesia più
lirica della plaquette come si può
notare nei primi versi: “La risata profuma di radice e di cielo sereno, / conosce
tutto quello che conoscono le lucciole. [...] (La risa huele a raíz y a cielo despejado, / sabe todo lo que saben las luciérnagas [...]” ma il finale vibra
spiazzando il lettore: “In quel
momento tutti fummo legno / dello stesso albero che
nessuno, / mai, sarebbe riuscito a potare. (Fuimos
todos entonces madera del mismo árbol que nadie, / nunca, conseguiría talar.” L’ultima poesia, Patti infranti, promesse non mantenute, è un chiaro riferimento alla poesia di
Kavafis rivista in chiave contemporanea con gli occhi del poeta andaluso: “Gli invasori ubriachi avanzavano / innaffiando i campi di sale. / Ci bruciavano gli occhi, / ci
lasciavano ciechi. / Non erano questi i barbari / che chiedevamo. (Avanzaban los invasores borrachos / regando los campos con sal. / Nos
quemaban los ojos, / nos dejaban
ciegos. / No eran estos los bárbaros
/ que nosotros solicitábamos.)” Da queste
poche poesie, sicuramente pensiamo di trovarci davanti ad un poeta molto
interessante che aspettiamo di leggere in una raccolta intera, magari ancora
tradotta con la bravura di Lorenzo Mari che attendiamo a nuove prove di
traduttore e di poeta.
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