Stramenia è una plaquette artistica di 9 poesie, pubblicata
dall’Associazione Culturale «L’arca Felice», proposta in 200 esemplari
numerati, con opere pittoriche di Eliana
Petrizzi.
Quello
che la caratterizza è un linguaggio chiaro, che va in parte nelle descrizione
esterne ed è capace di ricomporsi con il vissuto soggettivo, quasi a tentare di
tradurre l’interiorità del poeta. Così
accade nel primo componimento Lungomare
d’ Aspra, che dà l’impronta al procedere degli altri. Qui il paesaggio
marino è posto in evidenza: «i lenti gabbiani», «la robusta spuma», «il sole
che si attarda»; nella parte finale, invece, i versi si introiettano in un
momento di riflessione sulla poesia e, –attraverso il ricordo di un amico–, la
poesia diviene elemento condiviso, legame, ragione di esistenza, orizzonte che
si sposta verso altro orizzonte attraverso il mare. E
ancora, nel testo I poeti vanno, si rappresenta il valore della poesia per il coraggio, la
libertà, per i suoi percorsi oltre i limiti comuni. I poeti varcano questi limiti, in una
capacità di stare sempre in viaggio, in un percorso impervio ma con una
direzione precisa: «ogni viaggio sempre /nel verso del verso». Nel componimento
Guglielmo o della “sognagione” sono
ancora i poeti, nella metafora della semina e del sogno, a rappresentare il valore
della parola: «È sempre tempo di semina / perché è perenne tempo di crescita».
Il
tema del ricordo, del tempo che passa, divengono la forza del poeta, le
stagioni della vita attraversate con coraggio, inverni ed estati
dell’esistenza. Emerge il valore degli
affetti familiari, dei figli e della moglie Elide, figura centrale nella vita
del poeta, che le ha dedicato una intera
sezione nella raccolta precedente Poesie
a mezza’aria (Lietocolle, 2009).
Ancora, nel componimento Della tela (e di
Penelope) vi è la saggia consapevolezza di una vita vissuta nel suo farsi e
nel suo disfarsi, dove l’amore resiste come una trama dentro la trama, dove
resiste anche un significato forte di futuro:«Il futuro è opera incompiuta/che
ne completa un’altra».
Una
istanza metafisica traspare nel testo I
molti e il loro altrove: dove la domanda non può avere una risposta, nell’alternarsi
di immagini e di riflessioni, è solo la poesia che rappresenta la risposta
stessa. Zinna,
nella raccolta, utilizza un linguaggio chiaro e discorsivo con qualche incursione
nella lingua siciliana; traspaiono contenute tonalità malinconiche. Così scrive,
della sua poesia, Emanuele Schembari: «prevale un dettato colloquiale, senza
abbandoni esistenziali, espresso con lingua compatta, senza neutralità né
cedimenti elegiaci».
Nessun commento:
Posta un commento