Mario Fresa
Questionario di poesia (20)
Fortuna Della Porta
Qual è il
segreto progetto a cui tende la tua scrittura?
Sono
interessata al sentire poetico ma
anche, con la stessa ossessione, al modo
più appropriato per rappresentarlo. La convinzione che la corrispondenza tra
l’emozione e la parola resti sempre approssimativa mi ha indotto anche a forme
di sperimentalismo per esprimere proprio il dubbio di fondo che la Parola possa
non essere in grado di circoscrivere il mondo volatile, aggrovigliato, lanciato
fino all’eterno e all’infinito, del cuore e della mente.
Come nasce, in
te, una poesia?
Una
poesia, o tutte le poesie, nasce dalla riflessione sulla creatura in rapporto
alla sua venuta al mondo e al suo fine ultimo, ma anche in relazione ai suoi
simili e in generale alla res publica. A questo si rifanno le mie composizioni
sociali e politiche.
Il poeta parla
di ciò che realmente vive o di ciò che vorrebbe ricevere, e che sempre gli
sfugge?
Immagino
che l’impulso a scrivere sia dato da uno squilibrio tra l’ovvietà dei giorni
che si susseguono e la percezione che ne abbiamo, spesso più complessa e
persino, talora, dolorosa.
La poesia è
salvazione?
Credo
di poter affermare che la poesia permetta una maggiore consapevolezza di sé e
del mondo. In questo senso rasserena. Salvazione mi sembra termine troppo
impegnativo.
A quale gioco
della tua infanzia vorresti paragonare la tua poesia?
Al
salto con la corda.
Un
piccolo sforzo e per un attimo si vola
Che cosa ti ha
insegnato la frequentazione della scrittura poetica?
Che
c’è un mondo dietro il velo di Maia più vero e palpitante cui si accede non
solo con la propria sensibilità ma anche con l’umiltà e l’impegno.
Qual è il grado
di finzione e di mascheramento di un poeta?
Credo
di aver tenuto a debita distanza mode, temi e linguaggi, anche rischiando.
Vorresti citare
un poeta da ricordare e da rivalutare?
Isabella
Morra, anche perché donna, vittima di violenza da parte dei fratelli e
meridionale come me.
Qual è il dono
che augureresti a un poeta, oggi?
Ci
sono molti ottimi poeti, soprattutto delle nuove generazioni, che fanno con
dignità il mestiere. Ai poeti laureati
auguro di guardarsi dal manierismo, che per me è il modo peggiore di dirsi
poeta.
Puoi citare,
spiegando perché, un verso che ti è particolarmente caro?
M’illumino
d’immenso,
mi sembra rappresentare l’equilibrio perfetto tra profondità e vastità dell’emozione
e la capacità di esprimerla in maniera sintetica ma efficacissima.
In alto, un dipinto di Luc Tuymans (Mortsel, 1958).
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