Una felice idea
di Laura Garavaglia
Questa
sola radice (Edizioni L’Arca Felice,2015) non è
solo un prezioso omaggio dovuto a un poeta
oggi giustamente ritenuto un Maestro da
tanti giovani e meno giovani che vivono l’ avventura della poesia. L’elegante
plaquette, impreziosita da disegni di Massimo Dagnino, è infatti una vera e
propria testimonianza di amicizia e di affetto di chi ha conosciuto e
frequentato (e continua a frequentare) Maurizio Cucchi . La felice idea del
curatore, Mario Fresa, di festeggiare il settantesimo compleanno di uno dei
nostri maggiori poeti contemporanei si è
così concretizzata in una significativa raccolta di prose e di poesie, una
sorta di canto a più voci, di vario timbro e intensità, ma tutte unite dal leitmotiv della riconoscenza, della stima, dell’affetto
nei confronti di Maurizio Cucchi. Così,
per Antonio Riccardi, è stato ”attento insegnante”, “guida preziosa (…) tra i sentieri non
lineari della letteratura” e Alberto
Pellegatta asserisce “Maurizio Cucchi è un maestro della poesia contemporanea,
decisivo per la mia formazione”, mentre Amos Mattio sottolinea un rapporto di amicizia
che “quando è buona, come il vino
acquista valore nel tempo, e si arricchisce e si rafforza delle reciproche
novità”. Di “umanità sincera”, scrive
Domenico Cipriano, ricordando gli incontri con Maurizio Cucchi e
certamente questo è uno degli aspetti che maggiormente delineano la sua
personalità. Mario Santagostini ricorda ancora l’emozione provata da ragazzo,
sentendo leggere da Franco Parenti la poesia Le
briciole nel taschino, dove Cucchi nell’ultima parte fa una “enumerazione
vertiginosa di oggetti (…) Enumerazione che diventa un messaggio formale
martellante, in gradi di trasmettere l’idea dell’accatasto. Per il giovane
Santagostini quella lettura fu una sorta di rivelazione, il prendere coscienza
di una “realtà basica, svalorizzata, dove non ci sono merci ma oggetti allo
stato puro” e quindi non soggetti a
scadenza come vuole la logica del consumo. L’importanza di riaffermare la
sostanza dell’essere contro
l’inconsistenza dell’avere, il
recupero del valore violato delle parole, che solo la poesia può realizzare,
sono temi della poetica di Cucchi che si ritrovano in molte delle prose e nei
versi di questo libro. Ho già avuto modo di sottolineare una sorta di eraclitea “armonia dei contrari”
che caratterizza l’opera del poeta: realismo e dimensione mnestica e onirica
sembrano sovrapporsi e confondersi. Da
un lato c’è la ricerca di attrito con le cose, oggetti “fatti per resistere,
durare anche oltre noi” e tramandare “affetti e memorie”; ”( Il denaro e gli
oggetti, Vite pulviscolari); dall’altro
la consapevolezza del loro perdersi e svilirsi nel consumismo, nel vuoto di
valori dell’era contemporanea. E anche questa dimensione etica della poesia di Cucchi
emerge nelle prose e nei versi degli autori di Questa sola radice. Titolo che
è poi un verso tratto da una sua poesia, metafora della poesia stessa, la sola
radice capace di scavare in profondità, di dare valore alle parole. Come si
legge nella prosa sopra citata, dedicata al Maestro da Domenico Cipriano: “una
ricerca inesauribile anche attraverso le sue pubblicazioni in versi che hanno
la capacità di riavvolgere l’esistenza, rapportandola alla realtà e alla profondità
del vivere quotidiano”.