Mario Fresa ed Ely Martini aprono una sezione di audiopoesia sul blog Le parole viventi. Un archivio sonoro, in continuo arricchimento, grazie al quale si potranno ascoltare testi (selezionati e letti dagli stessi Fresa e Martini) di poeti italiani, francesi e spagnoli, da Dante a Marinetti a d'Annunzio, da Guidacci a García Lorca a Giudici, da Pozzi ad Apollinaire a Leopardi. La parola forte della poesia è affidata, qui, all’interna risonanza della voce, alle sue lunghe ombre riverberanti, al vuoto (colmo di senso) delle pause e del silenzio. È il vuoto a rammentarci, infatti, l'importanza dell'essenziale (irriferibile sempre, se non nei doni dell'astrazione e della mancanza: «Trenta raggi convergono sul mozzo, / ma è il foro centrale che rende utile la ruota. / Plasmiamo la creta per formare un recipiente / ma è il vuoto centrale che rende utile il recipiente. / Ritagliamo porte e finestre nelle pareti di una stanza: / sono queste aperture che rendono utile la stanza. / Perciò il pieno ha una sua funzione, / ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto»).
Mario Fresa (Salerno, 1973). Ha collaborato e collabora a «Caffè Michelangiolo», «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Verri», «L'Almanacco dello Specchio», «Recours au Poème», «Nazione Indiana», «La Revue des Archers», «Poesia». I suoi testi poetici sono presenti in varie antologie pubblicate sia in Italia sia all'estero, da Nuovissima poesia italiana (a cura di M. Cucchi e A. Riccardi, Mondadori, 2004) alla recente Ventidós poetas por un nuevo milenio (numero monografico della rivista «Zibaldone. Estudios italianos» dell'Università di Valencia, 2017). Fa parte del Comitato di Redazione del semestrale «La clessidra» e della rivista internazionale «Gradiva» (Università di Stony Brook, New York). Esordisce nel 2002 con Liaison, un libro di prose e di poesie introdotto da Maurizio Cucchi (edizioni Plectica; Premio Giusti Opera Prima, Terna Premio Internazionale Gatto) cui fanno séguito, tra le altre pubblicazioni di poesia: Alluminio (LietoColle, 2008, con un'analisi critica di Mario Santagostini; tradotto in Francia nel 2019); Costellazione urbana (Mondadori, «Almanacco dello Specchio» n. 4, 2008); il poemetto in due tempi Luci provvisorie (Mondadori, «Nuovi Argomenti», 2009); un frammentario romanzo in versi, Uno stupore quieto (Stampa2009, con prefazione di Maurizio Cucchi, 2012; menzione speciale al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como); La tortura per mezzo delle rose (nel sedicesimo volume di «Smerilliana», 2014, con un saggio di Valeria Di Felice); Teoria della seduzione (Accademia di Belle Arti di Urbino, con opere visive di Mattia Caruso, 2015); il prosimetro Svenimenti a distanza (Il Melangolo, 2018, con una riflessione critica di Eugenio Lucrezi; Premio Internazionale Cumani Quasimodo). Quindici nuovi testi poetici, tratti dal suo prossimo libro Il mantello di Goya, sono stati anticipati sul n. 70 de «Il Verri» e sul quotidiano «La Repubblica». Ha tradotto dal greco moderno (Sarandaris), dal latino classico e medievale (Catullo, Marziale, Pseudo-Bernardo di Chiaravalle) e dal francese (Baudelaire, Rimbaud, Musset, Apollinaire, Desnos, Frénaud, Cendrars, Char, Duprey, Queneau). Cura il blog Le parole viventi e, insieme con Federica Giordano, Il re pescatore (rassegna di Musica e Storia).
Ely Martini è nata a Genova e vive a Spotorno (Sv). Si è formata presso il liceo artistico Paul Klee, e successivamente come operatore culturale in ambito museale. L’interesse per il teatro e la recitazione l’ha portata a frequentare i corsi presso il teatro Carignano di Genova. Ha lavorato presso il Palazzo Ducale di Genova in occasione di mostre eventi e visite guidate. In seguito ha collaborato con l'ufficio attività culturali della Biblioteca Universitaria di Genova contribuendo alla realizzazione di vari eventi e incontri poetici. Ha partecipato a numerosi reading poetici ed eventi artistici, in particolare al reading multimediale Mimesis, realizzato in collaborazione con La Claque Fondazione Luzzati e con il Festival Internazionale di Poesia di Genova. Nel 2012 si è svolta a Roma, presso la Biblioteca di Storia dell’Arte e Archeologia, la mostra personale, dal titolo “Parole in tracce di china”, nella quale i suoi lavori, disegni e poesie, hanno raccontato una sperimentazione di sensazioni sinestetiche, dentro un caleidoscopio di visioni che si fanno parola, colore, forma, sonorità: in spirali e mutazioni continue, dalla luce all’assorbimento della luce, come nella sua poesia Nero: «… non è un’orchestra / non è una sinfonia / il nero è una nota / il nero è un’idea / figlia dell’aria che respiro».